L’eventuale blocco del canale di Suez o dello stretto tra Yemen e Corno d’Africa avrà un impatto ridotto sull'aumento delle bollette di luce e riscaldamento. A rassicurare i torinesi, il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro a margine di Esg Challenge Iren 2024. Attualmente si registrano tensioni tra Etiopia e Somalia Mar Rosso.
Lo scenario
Uno scenario che preoccupa anche l'Europa, soprattutto per i possibili rincari energetici. "L’eventuale blocco del canale di Suez - ha chiarito Dal Fabbro - o dello stretto tra Yemen e Corno d’Africa in realtà ha un impatto più sul petrolio". "Noi generiamo - ha poi aggiunto - la maggior parte della nostra energia con il gas, che ci viene dall’Algeria, dall’Azerbaigian e dalla Norvegia". L'eventuale stop su Suez avrebbe un "impatto molto ridotto" sugli aumenti in bolletta.
Mercato libero
E sempre su quest'ultimo fronte, lo scorso 10 gennaio migliaia di torinesi - ed italiani - sono entrati nel mercato libero del gas. "Siamo molto contenti - ha chiarito il presidente Iren - di come il Governo ha gestito, insieme ad Arera, questo processo". "Da questa asta - ha proseguito - noi abbiamo guadagnato più clienti. Abbiamo già ottenuto un primo risultato e ovviamente continueremo su questa strada di crescita, sui nostri territori e fuori dai nostri territori, con offerte sempre più competitive e ambientalmente sostenibili".
Dopo il gas, dal 1 luglio 2024 saranno 50mila i torinesi che passeranno al mercato libero della luce. A Torino saranno 50mila i nuclei familiari e singoli per cui proseguirà un regime analogo all'attuale mercato tutelato.
Ampliato impianto di Volpiano
E sul fronte della sostenibilità ambientale, Iren è l l'utility italiana più attiva nel recupero delle materie prime critiche. Nel biennio 2024-'25 è previsto il potenziamento dell'impianto per la selezione della plastica di Volpiano. Verrà migliorata la linea di trattamento dei rifiuti, comprendendo anche una sezione che utilizzerà la tecnologia robotica per il trattamento di alcuni RAEE (televisori). "Stiamo costruendo ad Arezzo - ha aggiunto Dal Fabbro - un impianto che recupera, con tecnologia ambientalmente sostenibile, metalli rari da rifiuti elettrotecnica".
I metalli rari sono 31 e sono fondamentali perché sono base di molti manufatti essenziali nella nostra industria, come l'elettromedicale, le tac, le protesi, i computer, i cellulari. "Per evitare problemi di approvvigionamento, - ha concluso Dal Fabbro - perché per la maggior parte vengono dall'estero, trovare un modo per recuperarli in Italia e valorizzarli significa due cose. Uno che i rifiuti non vengono buttati in discarica. In secondo luogo recuperiamo quello che, anziché essere chiamato rifiuto, diventa una risorsa e valore economico per l' impresa".