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Economia e lavoro | 26 giugno 2024, 12:44

Il vitigno Ciliegiolo e l’uva della Maremma Toscana

La produzione del Ciliegiolo è stata protagonista di un cambiamento significativo – anzi, si potrebbe parlare di una rivoluzione vera e propria – grazie alle novità che sono state introdotte alla fine degli anni Ottanta dall’azienda Rascioni e Cecconello.

Il vitigno Ciliegiolo e l’uva della Maremma Toscana

La produzione del Ciliegiolo è stata protagonista di un cambiamento significativo – anzi, si potrebbe parlare di una rivoluzione vera e propria – grazie alle novità che sono state introdotte alla fine degli anni Ottanta dall’azienda Rascioni e Cecconello. Da allora, proprio il Ciliegiolo è divenuto uno dei simboli della tradizione enologica della Maremma Toscana, in virtù degli elevati standard di qualità che lo caratterizzano. Il lancio del Poggio Ciliegio, nello specifico, ha consentito a questo vitigno classico di essere la base per un vino di prestigio, conosciuto sia in Italia che a livello internazionale per la sua purezza e per le sue caratteristiche organolettiche che richiamano i dettami del biologico. Insomma, Rascioni e Cecconello – di cui si può visitare il sito web al link RascionieCecconello.it – ha dato il la a un’impresa che non è esagerato definire pionieristica, anche perché l’azienda ha messo in mostra una significativa fiducia nelle potenzialità e nei pregi del vitigno in questione.

Il successo di Poggio Ciliegio

Il Poggio Ciliegio è riuscito a dimostrare, in poco tempo, un livello di qualità decisamente elevato, al punto da meritarsi l’attenzione di buona parte della critica del settore e da suscitare la curiosità di molti appassionati di vino, non solo nel nostro Paese ma anche a livello internazionale. Ecco, dunque, che hanno cominciato ad arrivare premi e altri attestati di merito, provenienti da guide enologiche di grande valore: fra le altre vale la pena di citare Robert Parker, Wine Spectator e la Guida L’Espresso. Non solo: uno dei più importanti critici italiani, Luigi Veronelli, ha attribuito al Poggio Ciliegio niente meno che il Sole Veronelli, e in più di una circostanza ha avuto modo di sottolineare il grande lavoro svolto dalla cantina.

Il recupero di un vitigno dimenticato

Ciò che colpisce del Poggio Ciliegio è la sua storia, che è anche quella di un vitigno che era stato dimenticato e che poi, per fortuna, è stato oggetto di un prezioso recupero. La guida esperta e attenta di Paolino Cecconello e di Vinicia Rascioni ha permesso di eseguire investimenti importanti nel Ciliegiolo, e così un pubblico sempre più vasto ha colto l’occasione di scoprire le peculiarità più interessanti di questa uva. Come accennato, risale alla seconda metà degli anni Ottanta il momento del lancio del Poggio Ciliegio: a quel punto, il Ciliegiolo è divenuto un nome di primo piano non solo in Toscana ma per tutto il panorama enologico italiano. Al tempo stesso, il brand di Rascioni e Cecconello ha acquisito uno status internazionale, con vari premi e più in generale un riscontro molto positivo della critica.

Le caratteristiche del vino

A questo punto, non si può fare a meno di esplorare nel dettaglio le peculiarità del Poggio Ciliegio per scoprirne i punti di forza. L’elemento distintivo di questa proposta va individuato senza dubbio nella sua eccellente morbidezza, accompagnata da un aroma fruttato. Al naso, il complesso bouquet è caratterizzato da un susseguirsi di note di ciliegia e frutti rossi, dove non mancano sentori di spezie ed erbe aromatiche. I riflessi del rosso rubino, invece, variano a seconda del grado di invecchiamento tra il violaceo e il granata. Espressione pura e molto intensa del terroir della Maremma Toscana, il vino sa arricchire il palato grazie alla sua gradevole complessità che svela e mostra tutte le qualità del territorio di origine. Degustare un calice di Poggio Ciliegio vuol dire apprezzare il costante impegno di una cantina che lavora secondo i dettami del biologico. E i risultati si vedono.

Dalla Toscana al resto d’Italia

Rascioni e Cecconello, con il passare degli anni, si è dimostrata una realtà propensa a compiere sforzi anche molto importanti. Per questo motivo, il nome di Ciliegiolo è divenuto sempre più famoso, con una popolarità che ha superato i confini della Toscana e pian piano ha raggiunto ogni angolo d’Italia. Anche questo è stato un meritato riconoscimento per un’azienda che si impegna e che sa lavorare con attenzione, per diffondere e promuovere la reputazione di un rosso che può allargare i confini dei tesori enologici italiani. Promuovere un vitigno non è mai un’attività fine a sé stessa, ma un passo che può essere compiuto nel contesto della diffusione del patrimonio culturale di tutta la Toscana.


 

Richy Garino

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