Politica | 07 novembre 2024, 13:06

Beni confiscati, audizione in commissione per Libera Piemonte. Rossi: "Aiutare i piccoli Comuni per dare nuova vita"

Secondo il presidente va superata la soglia del 50% del cofinanziamento per gli enti locali di dimensioni ridotte

casa confiscata con agenti della Dia

La Commissione legalità della Regione chiede un aiuto per gli enti locali più piccoli

"Anche l’audizione odierna ha messo in evidenza alcune delle criticità presenti in Piemonte sul tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati, ma è stata l’occasione anche per individuare delle piste concrete di lavoro". Così il presidente della Commissione Legalità, Domenico Rossi, al termine dell'audizione di Libera Piemonte.

"I documenti presentati da Libera, che va ringraziata per il prezioso lavoro che porta avanti, ci hanno permesso di fare una fotografia puntuale della situazione in tutte le province: il Piemonte è la settima regione in Italia per numero di beni confiscati, seconda nel Nord dopo la Lombardia, ma soltanto terzultima per il riutilizzo sociale dei beni confiscati, ben al di sotto della media nazionale. I beni destinati sono il 26%, ma di questi soltanto il 14,39% è effettivamente riutilizzato con progetti di rilevanza sociale secondo quanto abbiamo potuto apprendere questa mattina", aggiunge Rossi.

"Tante sono le cause di questa situazione. Certamente la parcellizzazione e la presenza di beni in piccoli comuni aumenta le difficoltà. Per questo occorre dare priorità al sostegno a queste situazioni. Per farlo occorre aumentare ulteriormente le risorse messe a disposizione dalla Regione. In questi anni ci sono già stati dei passi avanti, ma serve fare uno sforzo ulteriore. Ma non solo, è necessario superare lo scoglio del co-finanziamento del 50% che, soprattutto per i piccoli comuni, è uno sbarramento che spesso preclude alla partecipazione. Si potrebbe distinguere tra grandi e piccoli comuni, come fa la Lombardia. Ugualmente, sempre prendendo spunto dalla regione a noi vicina, serve una linea di finanziamento per i soggetti del terzo settore che direttamente gestiscono i beni confiscati. Tutto sarà oggetto di un confronto costruttivo con il Presidente e l’assessore competente", prosegue il consigliere.

"Il numero e le posizioni di beni confiscati sono parte del racconto della presenza mafiosa sul nostro territorio, ma anche dell’attività dell’antimafia istituzionale e sociale. Aumentare le performance sul riutilizzo è un segnale di presenza dello Stato nei confronti degli interessi criminali e della cittadinanza tutta", conclude Rossi.

comunicato stampa

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