Attualità - 28 agosto 2024, 14:02

A un anno dalla strage di Brandizzo: “Aspetto ancora gli effetti personali di mio fratello. Stanno nascondendo tutto” [VIDEO]

A parlare Edoardo Aversa, fratello maggiore di Giuseppe, una della cinque vittime del 30 agosto: “È sempre stata una persona premurosa e che non voleva correre rischi"

Edoardo Aversa, fratello di Giuseppe, una della cinque vittime di Brandizzo

Edoardo Aversa, fratello di Giuseppe, una della cinque vittime di Brandizzo

Kevin Laganà, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Sorvillo, Michael Zanera e Giuseppe Aversa. Cinque vite spazzate vie sui binari del cantiere edile, mentre stavano svolgendo il proprio lavoro. 

Una ferita ancora aperta, un anno dopo

A un anno di distanza la ferita della strage di Brandizzo è ancora più che aperta. Si cerca di ricostruire, ancora oggi, quello che è successo, ma nei famigliari resta il dolore profondo. Oltre che una grandissima delusione. 

"Sono deluso, i colpevoli sono tornati a lavorare, non hanno avuto alcuna punizione, nemmeno virtuale. Spero venga fatta giustizia nel vero senso della parola”. A pronunciare queste parole il primo dei cinque fratelli Aversa, Edoardo, che esprime tutta la sua rabbia rispondendo alle domande dei giornalisti, durante la conferenza che apre la Settimana del Lavoro Sicuro, proprio in occasione del primo anniversario di quella tragedia. 

I sindacati: "Fu una autentica carneficina"

Si cerca di veicolare questo dramma verso iniziative che pongano l’attenzione sul problema, reale, delle vittime sul posto di lavoro. Una “carneficina”, come la definiscono i sindacati degli edili di Cgil, Cisl e Uil riuniti oggi. Con una media di una morte ogni due giorni, uno ogni tre se si considera solo il comparto edile. 

Dalla Thyssen a via Genova a Brandizzo

Torino accumula tragedie. Dalla Tyssen, ai morti sulla gru di via Genova e infine Brandizzo. Tutte morti che diventano simboliche quando si torna a parlare di sicurezza sul lavoro. Mentre la cronaca è superata e lascia spazio alla sensibilizzazione, rimane l’indescrivibile strazio di famigliari e conoscenti che ogni giorno devono convivere con un dolore non giustificabile. Un dolore a cui, a distanza di un anno, non si riesce a dare il volto di un colpevole.

"Dopo un anno nessuno ci ha contattato - racconta  Edoardo Aversa - nemmeno ci sono stati forniti gli effetti personali. Noi non abbiamo più rivisto mio fratello, non ce l'hanno nemmeno fatto più vedere perché non c'era più niente. Da Sigifer ci hanno mandato dei fiori, l'unica cosa che hanno fatto. Noi non li abbiamo accettati.”

"Ogni treno che passa è un dolore straziante"

"Io mi chiedo come sia stato possibile spostare quel treno con i pezzi dei ragazzi ancora attaccati. Le onoranze funebri sono dovuti andare a recuperarli ad Alessandria. Chi ha dato l'ordine non ha pensato minimamente a questi ragazzi. Vivo in una casa, a Chivasso, che passa sopra la ferrovia. Quella notte ho sentito il treno che ha ammazzato mio fratello, correre a grande velocità. Certo non potevo aspettarmi che avrebbe travolto poco dopo Giuseppe. Io in quella casa non riesco più a stare. Ogni treno che passa per me è un dolore straziante.”

Ancora nessun risarcimento, dopo un anno, ma, sostengono le famiglie, che non è quello a cui sono interessate. "Ci interessa che i colpevoli paghino e ci dicano come sono andate le cose", ha detto il maggiore dei fratelli Aversa, presenti oggi alla conferenza presso la sede della Città Metropolitana di Torino con il fratello Oto insieme alla moglie e il più piccolo dei fratelli Gionatan.

"Dicono che indagano ma hanno nascosto tutto"

"Hanno nascosto tutto - sostiene il fratello Edoardo - ci dicono che stanno indagando ma non abbiamo più saputo nulla. Il processo deve fare giustizia. Conoscendo mio fratello non si sarebbe preso il minimo di rischio, perché non gli piaceva rischiare. Posso garantire che hanno operato a loro insaputa. Probabilmente hanno sempre giocato sulla pelle degli altri, ma quella volta a rimetterci sono stati i nostri famigliari."

"Di mio fratello ho uno splendido ricordo - lo ricorda così il famigliare - Fino a qualche anno prima lavorava con me come camionista, quindi facendo un lavoro, sulla carta, molto più rischioso di quello che è andato a fare. Non gli piaceva rischiare, è sempre stato premuroso, per questo sono convinto che hanno nascosto tutto. Hanno giocato sporco, ma non voglio aggiungere altro. Quest’ultimo anno è stato tragico".

Tutte le iniziative della Settimana Del Lavoro

E con la conferenza di oggi nella sede della Città Metropolitana di Torino è iniziata la prima edizione della “Settimana del Lavoro Sicuro”, promossa dall’associazione Sicurezza e Lavoro, in collaborazione con Comune di Brandizzo, Città Metropolitana di Torino e Consiglio Regionale del Piemonte (che hanno concesso il patrocinio all’iniziativa), Ispettorato Nazionale del Lavoro, sindacati edili FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil di Torino e del Piemonte, Ente Unico Edile del Vercellese e della Valsesia Istituto Iis Cavour di Vercelli e familiari delle vittime.

Alla presentazione hanno preso parte Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro; Davide Nicco, presidente del Consiglio Regionale del Piemonte; Rossana Schillaci, consigliera della Città Metropolitana di Torino; Monica Durante, sindaca di Brandizzo; Claudio Papa – FenealUil; Aniello Liguori – Filca Cisl; Stefano Ponzuoli – Fillea Cgil.

Il giorno dell’anniversario, il 30 agosto, si aprirà con la commemorazione ufficiale alle ore 9,30 nella piazza della stazione di Brandizzo davanti al monumento dedicato alle vittime con i gonfaloni del comune di Brandizzo, della Città Metropolitana e della Regione Piemonte con gli interventi di Massimiliano Quirico, la sindaca Monica Durante e i famigliari delle vittime. 

A seguire alle 10,30 nella sala consigliare in piazza Carlo Ala 5 a Brandizzo avrà luogo il convegno “Brandizzo un anno dopo” con i sindacati e la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia Chiara Gribaudo. 

Alle 20,30 si svolgerà la messa nella Chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo in ricordo delle cinque vittime. A seguire fiaccolata per le vie del comune fino alla stazione ferroviaria.

Alla giornata parteciperanno Michela Lastella, vice prefetto di Torino, Chiara Gribaudo, Elena Chiorino, assessore regionale al Lavoro, Valentina Cera, consigliera regionale, Mario Demagistri, sindaco di Borgo Vercelli, Claudio Castello sindaco di Chivasso, Roberto Scheda sindaco di Vercelli, Marco Porcedda, assessore alla Sicurezza della Città di Torino e Angelo Serina diretto Ispettorato del Lavoro e i sindacati di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. 

Sarà inoltre inaugurata la mostra fotografica “Morire Sui Binari”  in esposizione fino al 4 settembre. Mentre sarà effettuato un murales, in collaborazione tra sindacati e comune di Brandizzo, per commemorare le cinque vittime della strage di Brandizzo.

 

La lettera di Antonio Laganà, fratello della più giovane vittima

Durante la conferenza è stata anche letto quanto scritto da Antonino, fratello di Kevin Laganà, la più giovane vittima dell'incidente di Brandizzo.

"A un anno dalla strage, c’è tanta rabbia da parte mia - ha scritto - Quanto bisogna aspettare per ottenere giustizia, visto la prova che ha lasciato mio fratello?
Questa attesa, questo silenzio ci fa tanto male. E sentire parlare al telegiornale quasi tutti i giorni di incidenti sul lavoro, anche in ferrovia, ci fa stare ancora peggio, perché vuol dire che non è cambiato nulla da quella maledetta notte del 30 agosto 2023…
Non si può ancora oggi continuare a morire sul lavoro, nel 2024!"

"La mia famiglia - continua la lettera di Antonino Laganà - come tutte le altre, è in attesa della chiusura delle indagini e stiamo con il fiato sul collo alla Procura di Ivrea. Non molleremo mai finché i responsabili della morte del mio fratellino e dei suoi colleghi non saranno assicurati alla giustizia."

Nicco: "Una sconfitta per il Piemonte"

“Ogni vita persa è una sconfitta per la società: a Brandizzo, 12 mesi fa, il Piemonte è stato sconfitto da un grande dramma in un posto che dovrebbe essere sicuro e protetto, ma che purtroppo si è trasformato in teatro di sofferenza e morte.  Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco.

"“La sicurezza sul lavoro è un dovere che deve essere capito e diffuso fra tutti – ha aggiunto Nicco –: datori di lavoro, lavoratori, istituzioni, sindacati e cittadini. Ritengo, però, che piuttosto che prevedere l'introduzione di nuove norme, dovremmo concentrare energie e risorse per fare in modo che quelle vigenti vengano applicate e fatte rispettare in maniera puntuale”.

“Come Consiglio regionale - ha concluso Nicco - vogliamo continuare a impegnarci per promuovere politiche che si concentrino sulle condizioni di lavoro di ogni persona. E a tal proposito ricordo come nel gennaio di quest'anno la Regione Piemonte abbia adottato il Documento strategico 2024-2026 'Tutela della Salute e Sicurezza sul Lavoro', con il quale ha rafforzato le azioni per contrastare gli infortuni gravi e mortali, le malattie professionali e migliorare le condizioni di lavoro”."

Daniele Caponnetto

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